3 Bicchieri Gambero Rosso – Guida Vini d’Italia 2024
Gambero Rosso
Campo del Drago Brunello di Montalcino 2018
Siamo orgogliosi di comunicare che il cru Campo del Drago Brunello di Montalcino 2018 ha ricevuto il Premio 3 Bicchieri, il massimo riconoscimento assegnato dalla Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso.
Campo del Drago Brunello di Montalcino è il primo cru di Brunello di Castiglion del Bosco, proviene dall’omonima parcella situata nella parte più pregiata del vigneto Capanna. Le caratteristiche peculiari di questa parcella quali l’altitudine, a 450 m.s.l.m, l’esposizione verso sud/ovest e il suolo caratterizzato da un’importante presenza di galestro nel terreno, rendono questo vino estremamente complesso e longevo, con tannini ben presenti e raffinati.

“L’annata 2018 è molto legata al suo terroir – commenta Cecilia Leoneschi, enologa di Castiglion del Bosco – mostra mineralità e complessità uniche. Il sorso è intenso, ampio e profondo. Un vino con un’ottima struttura e ben bilanciato, grazie ad una buona componente tannica. Il finale di mandorla amara in bocca è la prova di quanto l’annata sia stata caratterizzante per questo vitigno“.
Per il terzo anno consecutivo la rinomata Guida ai Vini d’Italia del Gambero Rosso premia un’etichetta di Castiglion del Bosco, nell’edizione del 2022 è il Brunello di Montalcino 2016 e a seguire il Millecento Brunello di Montalcino 2016, quest’anno i curatori della guida commentano: “a Montalcino ci siamo trovati davanti a un’annata intermedia, fresca ed agile come la 2018. Tutto ciò ha fatto emergere ancora una volta i migliori interpreti della vigna.” Ed infatti è il nostro cru di Brunello a conquistare il podio, a riconoscimento dell’importante progetto di parcellizzazione che l’enologa Cecilia Leoneschi inizia venti anni fa nei 62 ettari di vigne di Castiglion del Bosco: “un terroir ricco di peculiarità e identità specifiche, un insieme di suoli e microclimi diversificati, ideali per esplorare e portare alla luce il concetto di cru, vera anima identitaria di un vino, dove la naturale attitudine di una parcella contribuisce a rendere un vino unico e irriproducibile” commenta Cecilia.